L’attivismo salva Adam

Nell’articolo precedente lo avevamo presentato come Alex – perché lui era ancora in Libia e noi dovevamo tutelare il suo anonimato. Ora, però, il pericolo è passato: Adam è il suo vero nome ed è al sicuro in Italia.

Il respingimento illegale e la decisione storica del tribunale

Nel 2021, durante un tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Italia, Adam e altri 170 migranti furono vittime di respingimento in Libia.

Questo respingimento fu operato dalla nave cargo Vos Triton (battente bandiera di Gibilterra) e dai miliziani libici, con il velato coordinamento e sostanziale supporto delle autorità italiane.

Dopo anni di battaglie legali, finalmente un giudice ha riconosciuto la responsabilità dell’Italia, accusata di aver fornito alle autorità libiche le coordinate satellitari della barca di Adam e di non aver impedito il respingimento. L’ordinanza del tribunale ha imposto al governo italiano di rilasciare un visto a Adam, permettendogli di sfuggire ai pericoli della Libia e giungere in Italia.

Il giudice ha riconosciuto l’atroce realtà della vita in Libia per i migranti: un paese in cui non hanno diritti e sono costantemente a rischio di deportazione o detenzione arbitraria in centri in cui le persone subiscono sistematicamente torture e abusi. Il giudice ha affermato che “Le autorità italiane dovevano essere perfettamente consapevoli già all’epoca del rischio di violazioni gravissime dei diritti umani fondamentali cui i naufraghi […] sarebbero stati esposti in Libia”.

L’ordinanza del tribunale ha quindi imposto al governo italiano di rilasciare ad Adam un visto d’ingresso, che gli consentisse di sfuggire ai pericoli della Libia e di raggiungere l’Italia, affinché la sua richiesta di asilo potesse essere esaminata in un paese sicuro.

La storia di Adam: una fuga dal conflitto e dalla violenza

Adam è arrivato a Roma grazie a un regolare biglietto aereo, cambiando la sua vita per sempre. La sua storia è una delle tante che rivelano il lato oscuro delle politiche migratorie europee, ma questa volta ha un lieto fine. Adam, 29 anni, è un rifugiato sudanese fuggito dai conflitti nel suo paese. Dopo essere arrivato in Libia nel 2018, ha tentato più volte di fuggire in mare, ma ogni volta è stato catturato e riportato indietro.

Una speranza si è accesa nel maggio 2023, quando i nostri volontari stavano indagando proprio su quel caso di respingimento e sono riusciti a rintracciare alcune delle vittime, tra cui Adam.

Un lavoro di squadra

Un team legale e investigativo, composto da avvocati, giornalisti e attivisti, ha iniziato a lavorare per portare alla luce la verità. Le prove, raccolte grazie alle immagini di Sea Watch e ai dati di Alarm Phone, hanno permesso di dimostrare il coinvolgimento dell’Italia in questo crimine contro i diritti umani.

Il giudice ha riconosciuto l’Italia responsabile e ha ordinato al governo di rilasciare un visto ad Adam per consentirgli di entrare in Italia in sicurezza.

Il giorno dell’arrivo di Adam a Roma: una nuova vita

Domenica 23 marzo 2025 nel primo pomeriggio Adam atterra in Italia. Arrivato senza nulla, se non i vestiti che indossava e l’ordinanza del tribunale, viene trattenuto per un lungo controllo. Ad accoglierlo all’uscita trova i nostri sorridenti volti!

Avrà un posto dove stare perché l’organizzazione Baobab ha deciso di ospitarlo e integrarlo in un progetto di accoglienza.

Il lavoro del JLP

Questa vicenda legale si intreccia profondamente con quella umana. La nostra volontaria Eleonora vestiva i panni di investigatrice per la prima volta, quando è riuscita a rintracciare Adam e a ricostruire i fatti di quel drammatico evento.

Così come una persona comune usa Whatsapp per organizzare la partita di calcetto, la nostra Eleonora ha usato i messaggi per spiegare ad Adam che anche lui avesse dei diritti e per metterlo in contatto con gli avvocati che avrebbero potuto aiutarlo. In questo momento altri volontari del Jlproject stanno facendo la stessa cosa per le vittime dei respingimenti, relativamente a questo ed altri casi.

Le prossime azioni

La decisione del tribunale di Roma ha rappresentato un passo importante verso la giustizia, aprendo la strada per azioni legali future che possano fermare il sistema di respingimenti illegali e riconoscere il diritto di asilo come un valore inviolabile.

Sul nostro sito sono già presenti centinaia di casi analoghi. La maggior parte di questi attende che qualcuno li ricostruisca e contatti le vittime per dare loro giustizia.

Se vuoi aiutarci vai alla sezione “Cosa puoi fare